Marzo 9 2020

Giorno 1 – Un’infinita domenica

Mattina

Arrivo alla prima giornata super preparata. Ho tutta la mia agenda di lavoro perfettamente intrecciata con quella domestica. La casa è ordinata e pulita, il cibo abbonda, la logistica base è sistemata. Ho anche avuto il colpo di genio di suddividere la giornata di mio figlio in attività manuali, tempo all’aria aperta (siamo benedetti da un giardino dove può giocare anche da solo) e ovviamente tempo con TV e videogiochi.  Visto che sono una mamma all’avanguardia, ho ovviamente trovato un’applicazione didattica al tempo che passerà davanti ai dispositivi digitali.
Leonardo ha 6 anni e non ha mai usato un computer, quindi mi dico: “Può essere un’ottima occasione per fargli imparare a usare il mouse!” e trovo un semplicissimo gioco puzzle sull’App Store (I miei primi puzzle: l’alfabeto) , in cui può costruire delle lettere con il mouse. Unisco l’utile (imparare a usare il mouse e a riconoscere le lettere) al dilettevole (usare per la prima volta un computer e un mouse, da solo peraltro). Stimo che il tempo per l’apprendimento dell’attività possa durare dai 60 ai 180 minuti. Oh, non ha mai usato un mouse dopotutto, quindi diamogli il tempo per imparare.

Io, in quei 60-180 minuti pianifico una revisione di testi, una lettura di un capitolo di libro sul machine learning, di rispondere a 2 e-mail articolate e di fare una videochiamata con una collega.

Bene. L’attività inizia alle ore 10.30. L’attività viene completata alle ore 10.56: e per completata intendo che padroneggia il mouse come un veterano dei computer con il tunnel carpale all’ultimo stadio e che non solo ha fatto l’esercizio con il computer, ma ha anche trascritto a mano le lettere su un foglio. Bene. Resta da capire come impegnare il resto della mattinata. Ma a questo punto mi vengono veramente in soccorso degli strumenti Montessori (di cui credo abuserò nel seguente mese), e nello specifico queste bellissime letterine per imparare a leggere. Non è facilissimo fargli fare questa attività da solo, ma stiamo cominciando dal dividere gruppi di 4 lettere alla volta, così magari impara a riconoscerle e io ho tempo per completare una o due e-mail.

Pomeriggio

Le cose non vanno male, in fondo. Leonardo alla fine è sempre indaffarato in qualche modo, noi riusciamo a lavorare, scrivere, mandare e-mail e fare chiamate, però oggi ho una sensazione strana addosso, per la prima volta nelle ultime tre settimane. Innanzitutto, mi sembra di avere mal di gola. Dico “mi sembra” perché non capisco se è un fastidio reale o una suggestione psicosomatica. Poi mi sento in trappola. Chiusa. Barricata. Notare che l’ultima volta che sono uscita è stato sabato pomeriggio per andare a comprare la verdura e la frutta dal mio agricoltore di fiducia  e, contestualmente, ho comprato anche delle piantine per l’orto. Non sono reclusa in casa da settimane, ma oggi è scattato qualcosa di psicologico che fino ad ora mi aveva lasciato in pace. Per usare una terminologia per niente medico-scientifica, direi che mi sento “rimbalzare nella mia stessa testa”. Perché? Perché penso a quello che mi aspetta? Perché sto proiettando in avanti i pensieri, quando dovrei solo vivere “alla giornata”? Non lo so, ma non mi piace.

Penso che mi dedicherò a un po’ di meditazione su Headspace.

 Sera

Preparo la cena. Ne approfitto per fare tutte quelle ricette vegetariane che dico sempre essere “troppo lunghe” (ma perché? Falsità). Volevo fare una ciambella col cioccolato, ma in casa non abbiamo nemmeno un grammo di zucchero (non lo usiamo, di solito). Quindi va beh, è il piano per domani, insieme alla frutta comprerò lo zucchero. Sono stanca, oggi. Ho mal di testa, sono rintronata. Domani devo prendermela con più calma e fare almeno una passeggiata lunga nel bosco, sperando che questo allenti la morsa psicologica che mi ha investito inaspettatamente oggi.

Questa specie di “infinita domenica” in cui siamo tutti a casa, aspettando però un lunedì che non arriverà tanto presto, è decisamente surreale. Io, storicamente, detesto la domenica. Alle medie, il lunedì avevo lezione di educazione artistica, quindi la domenica per me era uno stillicidio di angoscia e terrore mentre cercavo di disegnare, cosa che non sono mai stata capace di fare e in cui tutti gli adulti che ho incontrato non mi hanno fatto mai sentire all’altezza. Quindi per me oggi è quella domenica: l’attesa di qualcosa di troppo difficile per me, che non sarò in grado di affrontare. E invece sarò in grado eccome, figuriamoci. Sono cazzuta, io. Ho tutti gli strumenti del caso. Sì.

Immagine in evidenza: foto di Niclas Matt su Wunderstock 

 

Commenti

2 thoughts on “Giorno 1 – Un’infinita domenica

  1. Oggi è mercoledì e sono al lavoro. Non c è possibilita di smart working e il resto d’Europa aspetta i nostri prodotti…
    Al terzo giorno di lavoro in zona rossa inizia a serpeggiare una nota d’ansia…
    A casa sembra tutto normale, fino a quando ti rendi conto che non è un pomeriggio normale di assistenza compiti, ma che ti cevi destreggiare con un PC in tre e alle 19.30 sei ancora davanti ad uno schermo a spiegare storia, inglese, matematica e italiano, nemmeno fossi un prof, e di qualità pessima aggiungo io….
    L’ansia scatta quando mi rendo conto che non sarà così per un giorno, o una settimana, ma per almeno altre 3….
    Sarà dura e già ora iniziano a mancare fiducia e forze… Qualche suggerimento??

  2. Guarda, suggerimenti per la fascia 10-18 ne ho pochi, nel senso che non ho esperienza diretta. Forse per le più grandi potrebbe essere un’occasione di auto-responsabilizzarsi. Ci saranno molte cose che possono fare da sole e magari si può far capire loro che non è un’imposizione da parte dei genitori, ma un lavoro di squadra indispensabile.
    Io, per dire, sto sensibilizzando Leonardo sul “mettere a posto”. Quindi ogni volta che finisce con un gioco, prima di cominciare con un altro lo faccio riordinare. È dura anche solo così, anche senza che debba imparare nozioni.
    Penso però che c’è un intero paese (pianeta) in questa situazione ora come ora, e che quindi le “lacune” non sono solo di alcuni, ma saranno di tutti, perciò sarà necessario un piano coordinato quando l’emergenza finirà per riportare tutti in pari.
    Questo non risolve il tuo problema, ma ripeto: con quelle grandi io proverei a delegare e a impostare una specie di routine “da adulti” di cui facciano parte anche loro, almeno per un tot di ore al giorno. Se no ricade tutto su di te, che pure lavori!

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