Era tanto che non leggevo

O meglio, leggevo, ma solo saggistica. Manuali di narratologia, teorie videoludiche, saggi sui minimi sistemi di quello che studio (e che non interessa a molti, anzi, direi a nessuno).
Poi Lucio mi consiglia Trilogia della Città  di K, di tale Agota Kristof, e mi ricordo quant’è bello leggere sotto il piumone, in treno, in metropolitana mentre cammini, in macchina quando c’è coda, la notte quando non riesci a dormire, mentre pranzi, fai colazione, ceni da sola. Sempre.
Finisco Trilogia e passo a John Fante, con Chiedi alla Polvere che mi sono poi resa conto che è anche un filmozzo con un paio di bei pettorali e occhioni americani. Il libro scorre, anzi, corre, e mi piace il lirismo scalcinato con cui descrive lo stantio delle strade di Los Angeles, gli interni polverosi, la gente polverosa e “che sa di topo e scarafaggio”. Mi piace ritrovare nelle ossessioni di Arturo Bandini tutte le mie ossessioni, scrivere pagine inutili di tematiche scontate e poi accorgersi che la genialità  sta nelle lettere che mando nei momenti di disperazione, di curiosità , di passione.
E’ bello e insieme triste leggere di personaggi come quello, perché mi chiedo sempre cosa, invece, trattenga me “da questa parte”, nell’ordine di un lavoro, di una casa pulita, di una vita precisa, incanalata, preconfezionata eppure così soddisfacente. Per gli altri. E insieme insoddisfacente. Per me.
L’istinto mi dice di andare da una parte, la mia stantia ragione mi tiene ancorata da un’altra. Guardo chi fa scelte più coraggiose delle mie e mi innamoro, ma a volte è faticoso guardare gli altri vivere da dietro un vetro e sospettare di starsi perdendo tutto il meglio per un futuro che non ci sarà  mai.
Bandini riceve 175 dollari (e negli anni ’40 insomma, erano un po’) per un racconto che non ha scritto consapevolmente, li spende tutti in pochi giorni e non sa nemmeno come e sogna e si distrae e si concentra, e non guarda le cose, le vede. Si perde si ritrova immagina, vede le persone, e vede quello che vuole, si illude, sogna.
Sogna, accidenti, mentre a volte mi sembra che io dovrei chiamare l’antennista, perché è un po’ che non sogno e non sogno più nemmeno nella vita reale, e non va bene.

Però bello, ho queste 80 pagine residue che mi aspettano ed è sempre così confortevole avere un po’ di letteratura sul comodino, per non essere soli, per conoscere mondi e tempi che altrimenti no.
Quindi scusate ma ora vado.

Non sono poi tanto speciale

Dicevo, non sono poi tanto speciale se anche io mi commuovo per una canzone della pubblicità …

I hurt myself today
To see if I still feel
I focus on the pain
The only thing that’s real
The needle tears a hole
The old familiar sting
Try to kill it all away
But I remember everything

What have I become?
My sweetest friend
Everyone I know
Goes away in the end
You could have it all
My empire of dirt
I will let you down
I will make you hurt

I wear this crown of shit
Upon my liar’s chair
Full of broken thoughts
I cannot repair
Beneath the stain of time
The feeling disappears
You are someone else
I am still right here

What have I become?
My sweetest friend
Everyone I know
Goes away in the end
You could have it all
My empire of dirt
I will let you down
I will make you hurt

If I could start again
A million miles away
I would keep myself
I would find a way

Problemi tecnici

C’è stato un po’ di casino per colpa di Virtuozzo.
Ma ora va tutto bene. Peraltro i miei dati sono rimasti anche se non facevo backup da mesi.
Grazie a chi di dovere…
Come dicevo nel post precedente, tornerò…
Con calma.
Mi sto godendo questo quasi autunno lento e tranquillo, nonostante il milione di cose da fare.

Tornerò

In ginocchio da te.
No, nel senso che non c’ho voglia di scrivere qui, in questo mese.
Mi sento più… Come dire… Boh.
Ho finito Fahrenheit e mi ha fatto schifo.
Però Animal Crossing per DS spacca!
Se qualcuno vuole il mio codice amico, non deve far altro che chiedere. E poi ci facciamo le visite!
Ok, forse devo smetterla di essere così alienata…