Vinco io, hai capito, brutto cielo di merda grigio balsa ammuffita.
Vinco io e finalmente uscirò a veder le stelle, e continuerò a emozionarmi per le nostre storie, e scriverò Europa, e mi mangerò tutti questi ricordi che tornano nei momenti meno opportuni e mi fanno venir bisogno di scrivere quando devo lavorare, li mangerò e resteranno dentro di me due volte, nella memoria della testa e nello stomaco dell’emozione.
Vinco io perché le stelle sono ancora là dietro, ho capito che è solo questione di aspettare un poco, ancora un poco, e poi vinco io. O vinco io perché so già che vincerò e quindi è come se avessi già vinto.
In questi giorni sono impegnatissima a trasformare e trasmutare tutti i miei sentimenti: il grigio della noia diventa nero di segreti e complicità , l’ottundimento dello spirito si trasforma in sogni da interpretare, la paura diventa coraggio, l’insicurezza sbruffonaggine. Non avrò la pietra filosofale tra le mani, ma non ho nemmeno più una gerla piena di problemi inesistenti sulle spalle o di frustrazioni o di infelicità immaginata.
Quindi, vinco io, e avrò l’eterna giovinezza, la legge morale dentro di me e il cielo stellato sopra.
E vaffanculo.
Fare o non fare. Non c’è provare.
Maestro Joda
😉
E’ vero, maestro!
E infatti a forza di smadonnare è uscito il Sole (e la Luna) 😉
beh, … il “vaffa” finale è un pò infantile.
Grazie! Ne sono felice!