Conforto. E' il tempo che manca.

O ce n’è troppo, tra qui e quando ne avrò di più.
Oggi ero in casa, con una tazza di orzo caldo, davanti al computer cercando di scrivere, come sempre, e come sempre riuscendoci a stento.
Però fuori le sagome degli alberi si erano fatte scure, il sole era tramontato lasciando posto al cielo azzurro e luminoso, ma senza la violenza della luce. Sul soffitto, i miei lucernari, i nostri lucernari, facevano passare un colore azzurro cielo e sembravano due quadri semplici e perfetti.
Oppure, guardando dal tetto di un palazzo in una Milano quasi di notte, ho visto uno spicchio di luna, lì in mezzo, leggero, libero, come se sotto non ci fosse la città , ma un deserto, come se sotto non ci fosse il presente, ma il futuro.
Sto cercando di vivere fuori dal futuro anteriore, di non aspettare i ricordi per rendermi conto, sto cercando di rendermi utile, agli altri e a me stessa, e di fare quello che mi piace, rispettando per quanto possibile i miei tempi.
Sono uscita dalla metropolitana, sono tornata in superficie, e c’era vento, tutte le foglie svolazzavano come frenetiche, per andare a schiantarsi per terra, non mute, ma con un crepitio, come di fuoco.

E penso costantemente che un giorno non avrò più coscienza di nulla, che non percepirò il caldo il freddo la felicità  la noia, che tutto andrà  avanti, ma senza di me, e che non potrò più alzarmi, girarmi nel letto, sudare, giocare, ridere e pensare che quello è il momento più intenso della mia vita.
Ci penso costantemente e non riesco a immaginare come sarà , e mi gira la testa e mi scendono lacrime dagli occhi ma non sto piangendo, non sto piangendo è come se fosse un’emozione troppo forte da restare qui dentro, e allora almeno esce dagli occhi, precisamente da dove era entrata.

Forse dovrei sdrammatizzarmi.
Forse dovrei prendermi meno sul serio.
Forse ho bisogno di una vacanza (come, di già ?).

Forse, semplicemente, siete voi che non ci pensate mai, se no sareste come me, e avreste paura di affezionarvi, a volte, e avreste paura, sempre, che sia l’ultima volta per ogni cosa.

4 thoughts on “Conforto. E' il tempo che manca.

  1. W il circo!
    Si, perchè la vita è un affare di equilibrio.
    Anche io ho spesso paura che sia l’ultima volta di ogni cosa che faccio. Non a caso, archivio tutto quello che posso, per non dimenticarmi di nulla.
    Ma ho anche capito che se si vive troppo nel passato o nel futuro, non si vive nel presente.
    E allora, lasciamo il passato al suo posto: tanto, quello che ci doveva dare ce l’ho ha già dato. Noi siamo il nostro passato.
    Il futuro non è nè bello nè brutto: non è ancora accaduto.
    E siccome il futuro dipende (anche e soprattutto) da me, io me lo faccio il più possibile bello.
    Di certo, non permetterò che una cosa che non è ancora accaduta, e non esiste, mi faccia paura adesso.

    Ecco. M’è uscita la perla del sabato sera! 😀

    Ciao!

    P.s. Come ho raggiunto questo sito? Sto ascoltando una playlist in http://www.last.fm e tu sei tra i neighbours…

  2. Grazie della visita e dei complimenti!
    Su Last FM ascolto sempre gli U2 e simili, ma ho scoperto un altro servizio veramente meraviglia, lo segnalo in My Online World al più presto!
    Comunque non scrivo bene: non ho un progetto.
    Dovrei scrivere con un progetto, come diceva Calvino e come dice sempre anche lo Zio Angelo…

  3. oh. affezionarsi.
    affezione.
    mi sa di malattia.
    ma è l’unica malattia alla quale
    riesco a sottostare.
    sottostare, ovvero esserne succube,
    ovvero lasciarmi ammalare
    senza averne paura.
    perchè in noi è insita
    la ricerca del bello
    (non fine a se stesso)
    e se è vero che ciò che è bello
    è caro, sempre,
    affezionarsi è bello.
    quindi, ogni volta che m’affeziono,
    lo faccio come se fosse
    un’affezione terminale.

    ti voglio bene.

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