Una delle cose che mi piace di più, quando visito una citta è andare dove sono andati i protagonisti dei miei libri, camminare negli stessi luoghi, osservare con i miei occhi le stesse cose che lo scrittore mi ha fatto vedere nella mente. E’ come un sogno che si realizza. Si vive una realtà alternativa, si sperimentano storie ed emozioni di persone inesistenti, e poi ci si accorge che quei luoghi, che quelle cornici sono reali, esistono davvero, e allora tutto viene rievocato, tutto sembra più chiaro, più reale, più “addosso”.
La prima volta a New York mi sono commossa al laghetto di Central Park e ho pianto dall’emozione davanti agli eschimesi del Museum of Natural History, ripensando al giovane Holden e a quanto ho amato quel libro. Per un momento non sono più stata me stessa, ma sono stata Holden Caulfield, ho “sentito” come lui, mi sono impossessata dei suoi ricordi, della sua infanzia, e il suo disagio è stato il mio. Quando tornerò a New York, mi farò una full immersion in luoghi dei romanzi di Paul Auster e rivivrò il conflitto con il padre e il dolore di perdere se stessi e ritrovarsi (oppure no).
Il fatto è che non è una città qualunque. E’ speciale. Convoglia ricordi e crea strie dal nulla.
Intanto, però, per attutire un po’ la malinconia, mi perderò “in altri libri”, con questa Mappa Letteraria di Manhattan…