Marzo 16 2020

Giorno 8 – Assedio VS Mindfulness

Ok, questa cosa dei rumori è diventata preoccupante. L’idraulico non può venire, non c’è nessuno che ci sappia dire cosa possa essere, e in questo momento di isolamento siamo soli con “l’inquilino scomodo”.

Le teorie su quello che sta succedendo sono disparate:

  1. La mia cara amica Alice sospetta (questo da anni) che ci sia qualcuno prigioniero nella casa sfitta accanto e che, in questo momento di impossibilità di spostamenti senza giusta causa, chi portava il cibo abbia smesso di venire e quindi c’è un vicino misterioso che ci sta chiedendo aiuto.
  2. I procioni. A quanto pare, i procioni mangiano il ferro, distruggono le sbarre, le reti di protezione, quindi perché non il cemento armato? Potrebbe esserci un covo di procioni sotto casa nostra che, per carità, andrebbe anche bene, se solo non facessero tutto ‘sto casino.
  3. Io continuo a votare “tubature difettose“, anche se non vediamo perdite d’acqua né nel bagno del piano terra né da altre parti in casa.

Insomma, siamo “assediati” da qualcosa e non sappiamo da cosa. Siamo isolati dal mondo per via della quarantena. Nessuno può venire ad aiutarci. Ma, come si suol dire, ci sono anche lati negativi!

A ogni modo, con Giacomo stiamo pensando a un intervento drastico, nel caso la cosa non cessasse presto, e decideremo domani o mercoledì se mettere in atto il nostro piano, in quanto si tratta di un intervento leggermente invavsivo e che non so se siamo strutturati per portare avanti da soli…

Oggi ho scoperto che ci sono una serie di problematiche comuni a tutti quelli che stanno vivendo questo momento (quindi, tutto il mondo, anche se con un ritardo di 10-12 giorni rispetto a noi). Quindi, se vi riconoscete nei seguenti “sintomi”, state sereni che ci stiamo sguazzando tutti. E se su Facebook ci sono quelli che – come dice Alice – ci martella “gente super figa e organizzata che sta imparando il russo o a fare la verticale”, sappiate che è tutto falso, e che i genitori stanno abbandonando i figli davanti alla TV, che stiamo mangiando tutti come porci e che non stiamo imparando niente di nuovo. A ogni modo, cose comuni che stanno succedendo:

  1. Difficoltà a concentrarsi: abbiamo tanto tempo, ma siamo scollegati dal nostro “contesto produttivo”. Ci sono delle “aree” in cui siamo al sicuro e riusciamo a produrre, e stare a casa per una pandemia non è una di queste aree. Alcuni di noi hanno figli a cui pensare, altri hanno poco lavoro per via dello stop di ogni cosa, altri ancora semplicemente stanno dando sfogo al loro “bambino capriccioso interiore” e anziché fare cose navigano su Facebook e fanno i giochini che ti dicono “quanto sei intelligente”.
  2. Ansia: per quanto proviamo a razionalizzare, per quanto ci impegniamo a filtrare con buonsenso le notizie che ci arrivano, l’ansia e l’angoscia si intrufolano e si piazzano lì. A ognuno in un posto diverso. C’è chi ha problemi di stomaco, chi ha la nausea, mal di testa, dorme troppo, dorme poco, fame compulsiva. Mi dicono che si debba fare meditazione e mindfulness, ora ci provo, ma è dura come il ferro. A me in particolare succede questo: sono tranquilla durante il giorno, anche se occasionalmente mi prende una specie di oppressione qui, al petto. Poi dopo le 19.00, quando cala il buio, è il delirio. Mi sento come un animale chiuso in una cassa che sta affondando. Faccio chiamate Skype con la famiglia lontana, guardo film con la famiglia vicina, cucino dolci, preparo cene gustose, ma la verità è che mi sento oppressa e la parte peggiore è che non so da cosa. Quindi, facciamoci ‘sta meditazione e vediamo se passa.
  3. Trauma collettivo: a quanto pare, stiamo vivendo un trauma collettivo, una di quelle calamità tipo il 9/11, o i mega terremoti, o le pandemie. Ah, sì, ecco. Solo che è la prima volta che c’è una cassa di risonanza così forte per i traumi individuali legati al trauma collettivo, quindi tutto si sta amplificando a dismisura. Mettici poi che dei geni filantropi come Trump cercano di comprare il futuro vaccino in esclusiva, o che Boris Johnson dice che se muore qualche centinaia di migliaio di anziani comunque vabbè e poi l’economia si riprenderà alla svelta, ecco tutto questo diciamo che non aiuta.
  4. Paura dell’ignoto: oggettivamente, è vero che diciamo ai bambini di scrivere “Andrà tutto bene” sui disegni con l’arcobaleno (oggi lo abbiamo fatto pure noi), ma non abbiamo modo di sapere cosa succederà esattamente. Non sappiamo se riusciremo a contenere i contagi e i morti, non sappiamo se il virus muterà oppure no, non sappiamo cosa succederà dopo, quando dovremo riavviare la macchina dell’economia e avremo investito un sacco di soldi nell’emergenza. Cielo, non sappiamo nemmeno cosa possiamo fare oggi. Tipo, noi come azienda non abbiamo ancora sinceramente capito a quali forme di agevolazione abbiamo accesso, se abbiamo accesso o se ci dobbiamo arrangiare. Non sappiamo nemmeno se possiamo semplicemente prorogare scadenze di pagamento senza mora, oppure no. Tutto questo non contribuisce al benessere di nessuno e non vale affatto il modo di dire “Mal comune, mezzo gaudio”.

Detto questo, io non penso che sia la fine. Non sono disperata, non sono angosciata, sono solo infastidita dal fatto che lentamente questa situazione mi si sta infilando sotto la pelle e mi fa agitare. E che per contrastare questa agitazione devo fare minuti e minuti di mindfulness che mi annoia a morte, e che non posso fare pratica di Karate e arrivare a superare i miei limiti, con il corpo, e far sì che la mente si annulli in quello sforzo. E sono solo una misera cintura gialla, eh. Però funziona.

Speriamo che funzioni anche la mindfulness, va’.

 

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