Marzo 22 2020

Giorno 13 – Un regalo inaspettato

Sabato mattina è stata un’altra giornata sfalsata. Ci siamo svegliati troppo tardi per fare alcunché e ci siamo resi conto del fatto che dobbiamo pianificare molto bene le nostre prossime mosse. Tutto il tempo che passiamo nel tunnel va avanti tre o quattro volte più veloce del normale e il rischio di ritrovarsi come in quella leggenda dei boschi è concreto.

Come, quale leggenda dei boschi? È una leggenda che tutti dovrebbero conoscere, soprattutto chi vive in campagna. Gli anziani dicono infatti che quando piove e c’è il sole non bisogna assolutamente e per nessun motivo recarsi nei boschi. Potrebbe infatti succedere di voler fare quattro passi sotto una lieve pioggerella, con i raggi del sole che attraversano i rami degli alberi, ma è pericolosissimo. Quando piove e c’è il sole nei boschi si sposano le fate e fanno una grande festa. E se un essere umano incappa in questa festa, viene invitato e può restare con le fate, che lo lasceranno tornare a casa solo il giorno dopo. Il povero malcapitato non sa, però, che un giorno insieme alle fate corrisponde a cento anni umani, e così talvolta ci sono strani individui che escono dai boschi e paiono ammattiti, e non sanno più dove si trovano e non riconoscono nessuno. Tutti i loro cari sono morti, nessuno li cerca più, e loro si trovano catapultati in un’epoca che non capiscono e a cui non appartengono. Leonardo conosce benissimo questa storia e infatti non si azzarderebbe mai ad andare nel bosco quando piove e c’è il sole.

Quindi noi ci troviamo con un passaggio nel muro pieno di mistero in cui però è pericoloso entrare. Non sappiamo nemmeno se la progressione del tempo sia lineare e costante oppure esponenziale, o ancora peggio casuale. Gli interrogativi più evidenti che ci si paravano davanti erano:

  1. È saggio tornare laggiù?
  2. Come dovremmo farlo, uno alla volta o di nuovo tutti insieme?
  3. Per quanto tempo dovremmo rimanere là sotto?
  4. Potremmo portare degli orologi analogici? I cellulari aggiornano l’ora in automatico e quindi non abbiamo capito bene il divario di tempo.
  5. E il problema più grosso, forse insormontabile: come possiamo aprire quelle porte senza restare nel Primo Tunnel troppo a lungo?

Eravamo tutti e tre seduti a tavola a fare colazione, mentre ci facevamo tutte queste domande, ed era divertente perché ognuno di noi aveva una teoria diversa e anche Leonardo contribuiva con le sue idee strampalate ma, probabilmente, più verosimili delle nostre.

E proprio mentre eravamo tutti insieme a tavola, abbiamo sentito di nuovo il rumore. Questa volta non proveniva da sotto la casa, ma da dentro il bagno. Siamo corsi alla porta, io ho cercato la chiave al collo e l’ho usata per aprire la serratura, e ci siamo precipitati dentro, rotolando quasi uno sull’altra, con Leonardo davanti che spingeva più di tutti. Dentro al bagno non c’era nessuno, ma era evidente che qualcuno ci dovesse essere stato perché appena fuori dal buco, sul pavimento, abbiamo trovato una chiave.

Era una chiave assolutamente ordinaria e assolutamente non di casa nostra, perché non abbiamo nessuna serratura così. E poi la sera prima non c’era. La abbiamo raccolta tutti e tre emozionati, Leonardo come un bambino e noi pure, e siamo tornati in sala da pranzo. Ora l’ostacolo più grande è superato: senza alcun appiglio di razionalità o logica, noi sappiamo che quella chiave apre una porta là sotto. E probabilmente apre la porta marrone, quella “ordinaria”, in cui avevamo deciso di entrare. Proprio mentre cominciavamo a pensare a cosa fare e quando farlo, però, è suonato il citofono.

E siamo tornati alla realtà: la realtà della nostra clausura, in cui eravamo chiusi in casa da giorni e giorni e aspettavamo con grande ansia un pacchetto. Per via del buco, del tunnel e delle porte ce n’eravamo completamente dimenticati. Ma quando il corriere ci ha consegnato Animal Crossing: New Horizons, io e Leonardo davanti agli occhi esterrefatti di Giacomo, ci siamo messi a urlare dalla gioia, saltando in giro per la casa con la copia in mano.

Abbiamo passato il resto della giornata a giocare con il Nintendo Switch. Ora, mi rendo conto che questo diario ha preso un’altra piega, e preferite sentirmi raccontare del buco nel muro, però posso sempre condividere qualche dritta geniale per passare il tempo. Il Nintendo Switch e Animal Crossing: New Horizons sono un’ottima maniera per farlo. Ma ve ne parlerò di più domani, nel post spensierato della domenica, in cui si sa non succede mai un granché!

Però abbiamo una chiave e non avremo paura ad usarla. Ci vuole solo un po’ di pianificazione.

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