Marzo 19 2020

Giorno 10 – La scoperta

Stamattina ci siamo svegliati con una missione, consapevoli che il nostro lavoro con il martello di Sledge non era ancora finito, ma che ci serviva anche la pala da giardinaggio per cominciare a rimuovere tutta quella terra morbida. Se ieri sera è stato facile tenere Leonardo lontano dal cantiere, questa mattina è stato chiaramente impossibile. Si è intrufolato, voleva vedere, voleva partecipare. Ma visto che non sappiamo ancora se troveremo Tom Hanks in modalità Castaway dietro la parete, o una famiglia di procioni che giocano a UNO, abbiamo cercato di tenerlo fuori dal bagno mentre noi scavavamo, sbadilavamo e portavamo fuori la terra.

Questa era la situazione alle 12.00, dopo una mattinata a rimuovere terriccio morbido.

Da notare la forma “a tunnel” del buco, che NON abbiamo scavato noi così, ma abbiamo solo assecondato,  rimuovendo tutto il terriccio morbido che c’era. A pranzo eravamo esanimi, quindi ci siamo fatti una pasta col pesto di noci fatto in casa (che delizia sovrumana) e ci siamo concessi un’ora di pausa.

Però. Ci siamo dimenticati di un piccolissimo, insignificante dettaglio.
Leonardo.

Mentre eravamo beati a prendere la nostra ora d’aria e a sorseggiare (a gustare) il nostro caffè dopo pranzo in giardino, Leonardo è scomparso. Quando dico scomparso, non intendo che si era nascosto da qualche parte e noi dovevamo far finta di non sapere dove fosse, era proprio sparito da casa. Ora, visto che davanti al cancello di uscita c’eravamo noi due seduti, restavano poche, pochissime opzioni. Una sola, a dire il vero.

Il buco.

D’altra parte, ci aveva chiesto di partecipare agli scavi per tutta la mattina e, per tutta la mattina, noi avevamo combattuto una strenua lotta per tenerlo fuori, per escluderlo. Questo mi porta a riflettere su quanto sia controproducente, in generale, non coinvolgere i bambini e non dire loro la verità. Certo, spesso lo facciamo per proteggerli, ma non è la strada giusta.

Insomma, mentre penso a tutto questo, andiamo in bagno di corsa, guardiamo nel buco e vediamo che in fondo non c’è più la terra, ma c’è un’apertura. Quasi subito chiamiamo “LEO! LEO DOVE SEI?!” e sentiamo: “Mamma! Mamma! Vieni a vedere cos’ho trovato!”

Senza pensarci due volte, mi sono infilata di testa nel buco, ho dato fondo a tutti gli esercizi che ho imparato facendo Karate, come strisciare in avanti tirandomi solo con le braccia, e dopo pochi secondi sono sbucata su una specie di pianerottolo, di fianco a Leonardo che mi aspettava fremente e con davanti questo:

tunnel_discesa

Ora, io lo so cosa state pensando: è impossibile. È impossibile che senti dei rumori in casa per giorni, proprio durante la prima quarantena da sempre, e nessuno ti sa dire cosa siano, è impossibile che hai tirato giù il muro con una mazza, è impossibile che ti perdi tuo figlio nel buco ed è impossibile che dall’altra parte del buco trovi una scala che scende sotto terra.

Non ditelo a me. A parte che, a pensarci bene, non era forse impossibile anche che accadesse tutto questo là fuori, e di restare isolati da tutto e tutti? Non era impossibile ipotizzare che la società civile si sarebbe quasi fermata del tutto per cercare di rallentare una pandemia proveniente dalla Cina, come nei migliori/peggiori thriller di spionaggio? Non era impossibile che il modello economico, finanziario, sociale e relazionale che abbiamo follemente inseguito negli ultimi cinquant’anni rischi ora il collasso? Ci sono molte cose che sembrano impossibili, eppure si verificano. Ci sono molte cose che sono decisamente poco probabili, eppure accadono lo stesso. Tra queste cose c’è il fatto che dal muro del nostro bagno si accede a un tunnel scavato nella roccia che conduce a una scala che scende sotto la casa del vicino. Allora, perché possiamo accettare le cose orribili, come quando una persona muore e non era il momento, o quando sono migliaia le persone a morire, o quando capitano le peggiori ingiustizie, e invece rinneghiamo le cose belle che ci succedono, quelle straordinarie, quelle impossibili o solo poco probabili?
Certo, nessuno di voi può vedere quello che stiamo vedendo noi, se non attraverso le nostre fotografie. Ma non potete vedere nemmeno tutte quelle altre cose orribili che capitano. O le vedete solo attraverso le fotografie. Allora, che differenza c’è?

Arrivati a questo punto, potete fare due cose. O vi aggrappate al pensiero che è impossibile, pensate che vi stia mentendo, chiudete metaforicamente la porta e ve ne restate a casa vostra. Oppure – e spero che farete così – decidete di credermi. Penserete a che tipo di persona sono, quali sono alcune tra le mie letture preferite, quali sono i miei interessi degli ultimi anni, e capirete che quello che vi sto raccontando sta davvero accadendo. Sta accadendo, e io ho il privilegio di aver trovato un “varco” per assistere a tutto quanto. D’altra parte, qualcuno più bravo di me con le parole scriveva: “Ma io potrei essere rinchiuso in un guscio di noce e sentirmi re dello spazio infinito.”
La scelta è solamente vostra, per me andrà bene comunque.

Ma torniamo alla scala. Prima di lanciare Leo nel tunnel per farlo tornare in casa, mi sono girata e ho visto che la scala terminava contro una specie di parete di assi di legno inchiodate. Questa parete di legno rende impossibile procedere oltre, verso la casa del vicino, e quindi l’unica strada possibile resta quella verso il basso.

È difficile descrivere la sensazione che ho provato. Giacomo mi chiamava, dall’altra parte. Leonardo era tornato in casa dal tunnel. Io ero lì da sola a interrogarmi sulla mia sanità mentale. Avevo una voglia disperata di scendere le scale, ma anche una certa paura. Il pensiero, a dirla tutta, è stato più: “Ma non è che sto compiendo violazione di domicilio?” e non “Mioddio, ma come può essere reale tutto questo?”
A ogni modo, ho sentito che non era giusto scendere da sola, che dovevo andarci con gli altri. Allora sono rientrata nel tunnel e sono tornata nel mio bagno di casa. Sporca di terra, incredula, ho raccontato a Giacomo quello che ho visto. Secondo me, lui pensa che sia pazza. Però abbiamo fatto un patto: domani entreremo nel buco tutti e tre, e gli farò vedere quant’è profonda la tana del Bianconiglio, Mr Anderson dei miei stivali!

Immagine in evidenza: foto di Emily Morter su Unsplash

Commenti

2 thoughts on “Giorno 10 – La scoperta

  1. Pazzesco Valentina… Vorrei essere lì anch’io!!! Tienimi aggiornata😁😜

  2. Meraviglioso, a questo punto mi aspetto qualsiasi cosa. Anche se razionalmente sa di rifugio per i bombardamenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *